Sull'elezione diretta del presidente: il mio intervento in Consiglio Regionale (sintesi)

Diciotto è il paradosso ed il limite della politica in Valle d’Aosta.

Diciotto sono i consiglieri che sono necessari per formare una maggioranza con un programma per governare.

In consiglio regionale, sediamo in 35 e non siamo riusciti, in questo primo anno, a concretizzare un progetto politico di una certa stabilità.

Al Popolo, così tanto citato in questo periodo, infatti poco importa se governerà il Signor Rossi o la Signora Bianchi, ma chiede che i problemi siano, se non risolti, almeno affrontati con progettualità e che ci sia stabilità e, soprattutto, chiede di non assistere ai soliti teatrini e ai “pseudo bisticci” per qualche sedia.

Ma per fare ciò è necessario ragionare sulle regole del gioco.

Il nostro consiglio regionale, credo debba tornare ad elaborare soluzioni istituzionali che garantiscano stabilità per affrontare e risolvere i problemi.

È necessario superare il paradosso ed il muro del numero diciotto.

Il recente dibattito che si sta formando sulla recente proposta Bertin (Rete Civica) sull’elezione diretta del Presidente della regione si arricchisce di contributi ogni giorno.

La fredda reazione di alcuni, mi lascia stupito, soprattutto mi colpisce la scarsa volontà di approfondire, questa proposta, cioè l’elezione diretta del Presidente della Regione, che si rifà ad un modello federalista di tipo svizzero, che tanto abbiamo studiato.

La legge elettorale che entrerà in vigore fra pochi giorni lascia inalterata la questione del premio di maggioranza che ha determinato, in questi anni, la formazione di maggioranze risicate 18/17… con tutti gli inconvenienti del caso che ben conosciamo e che hanno prodotto il pessimo film dal titolo “Sindrome 18”.

Ritengo poi forse un po’ presuntuoso che si possa affermare che le modalità di voto e di elezione del Presidente non siano una priorità per i valdostani.

Fa riflettere infatti l’aumento del numero di Valdostani che non si recano più alle urne, e non solo per le elezioni Europee.

È una disaffezione che capisco. È la comprensibile reazione di chi è stufo della mancanza di risposte ai problemi reali, dell’elevata conflittualità tra i principali partiti, dei cambi di casacca. I Valdostani sono stufi di pastette e accordi sottobanco e l’elenco potrebbe essere lungo. Hanno ragione!

L’elezione diretta del Presidente interessa tutti e non è cosa da decidere nelle “oscure stanze” per poter mantenere, in capo ai partiti, quelle stantie procedure di scelta.

La nuova “casa autonomista” della politica non deve essere solo trasparente, il cittadino non deve solo guardare attraverso i vetri, ma deve poter entrare, sedersi, discutere e partecipare.

Facciamo in modo che “Sindrome 18” resti solo il ricordo di un brutto film e non il titolo di una serie TV con tanti, inguardabili, episodi.

Al link di seguito, il video completo del mio intervento: https://www.facebook.com/baroccojean/videos/2511367735561905/

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